Come ormai è sempre più evidente e preoccupante, alla crisi sanitaria si affianca anche la crisi economica e finanziaria.
In un articolo del 18 aprile sul sito di Bankitalia, a firma di Giorgio Gobbi, Francesco Palazzo e Anatoli Segura, si analizza lo scenario attuale e si prospettano tre soluzioni, a breve, medio e medio-lungo periodo.
Diversi governi hanno tempestivamente adottato misure indispensabili di garanzia pubblica sul credito fornito dalle banche per far fronte, nel breve periodo, alla emergenza economica causata dal COVID-19, al fine di evitare che la carenza di liquidità si trasformi presto in insolvenza.
Alcuni interventi intrapresi spostano le perdite dal settore privato al bilancio dello Stato: trasferimenti diretti verso famiglie e imprese,
estensione della platea di beneficiari della cassa integrazione, innalzamento dei sussidi di
disoccupazione.
Altre misure, come il rilascio di garanzie pubbliche sui prestiti e le moratorie fiscali e creditizie, mirano invece ad agevolare la
concessione di liquidità a condizioni favorevoli da parte del sistema finanziario.
Questo per prevenire una interruzione del credito e del circuito dei pagamenti e l’accumulo di crediti deteriorati nel bilancio delle banche.
Ma i tre economisti mettono in guardia sui rischi che questo comporta, nel medio-lungo periodo.
Infatti, le banche che ora sono incentivate a concedere il credito perché tutelate dalle garanzie pubbliche, difficilmente potrebbero rinnovarlo nel momento in cui quelle stesse garanzie venissero a cessare, con grave rischio per le imprese più vulnerabili che avranno quindi meno capacità di intraprendere gli
investimenti necessari ad accelerare la ripresa economica.
Nella fase di uscita dall’emergenza saranno necessarie, dunque, politiche che favoriscano la riduzione del peso del debito.
Tre le proposte dell'articolo di Bankitalia:
1. Nel breve termine: trasferimenti diretti a fondo perduto alle imprese da parte del governo per compensare la perdita di fatturato e coprire le spese operative, che eviterebbero o ridurrebbero fortemente la necessità delle aziende di indebitarsi verso il
sistema finanziario.
2. Nel medio termine: creazione di un veicolo speciale con capitale pubblico, finanziato con risorse patrimoniali pubbliche e con debito a lungo termine da collocare sul mercato, per la ristrutturazione di debiti delle imprese medio-grandi.
3. Nel medio-lungo termine: introduzione di incentivi fiscali per la ricapitalizzazione delle imprese.
Questa misura ha un orizzonte temporale di attuazione più lungo rispetto alle precedenti opzioni e
presenta dei limiti qualora gli attuali azionisti abbiano poche risorse disponibili.
L'imperativo è dunque quello di intraprendere ulteriori misure per far tornare, in tempi brevi, le imprese ai livelli di indebitamento prossimi a quelli precedenti alla crisi da Covid-19.
Ben sapendo che una parte delle perdite subite dalle aziende non sarà recuperabile.
Leonilde Gambetti
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